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Un mese di ‘Sportello Lavoro’

A un mese dall’inizio del progetto ‘Sportello Lavoro’ dell’emporio solidale Portobello, che abbiamo sostenuto con la partecipazione della nostra psicologa Paola Ventura, siamo curiosi di capire come stanno andando gli incontri con gli utenti, per capire cosa fare di più e quali sono le criticità.

Paola, in un mese con quanti utenti sei entrata in contatto?

“Ho avuto modo di conoscere una decina di presone di qualsiasi età, genere e provenienza. Spesso sono persone che hanno lavorato e adesso si ritrovano in un momento di difficoltà. E’ impossibile definire un target di utenti perchè abbiamo incontrato sia persone che non hanno mai lavorato perché impegnate a prendersi cura della famiglia, chi ha svolto tantissimi lavori ma non è mai riuscito a trovare un posto definitivo, chi cerca di reinventarsi per potersi inserire nuovamente nel mondo del lavoro”.

Come si sviluppa il progetto?

“Il progetto è sempre in costruzione e penso possa essere un buon aiuto per chi cerca lavoro. Si parte principalmente da una riflessione su stessi valutando quali sono le proprie risorse o inclinazioni ma anche i limiti. Il mondo del lavoro sappiamo essere molto duro e spesso impatta con le difficoltà individuali di ognuno, per questo è importante lavorare su quali sono state le difficoltà incontrate durante le precedenti esperienze lavorative e su quali invece possono essere le capacità su cui puntare. Il progetto può essere utile nel prendere consapevolezza di sé stessi e della propria storia”.

Quali sono le problematiche più frequenti incontrate dagli utenti nel cercare lavoro?

“Uno dei problemi principali è l’età, molte persone adulte hanno difficoltà ad avere un posto di lavoro. Un’altra difficoltà è la provenienza e soprattutto la difficoltà con la lingua italiana che li taglia fuori da molte tipologie di lavoro”.

Come hanno cercato lavoro?

“Questo è sicuramente uno dei punti deboli, molto spesso non sanno come si cerca lavoro e le possibilità che alcune realtà offrono. Alcuni cercano lavoro con il passaparola, alcuni non hanno neanche un curriculum, altri utilizzano modalità un po’ vecchie, per esempio non utilizzando internet e la mail”.

Ci sono prospettive reali per questi utenti?

“Secondo me sì. Hanno bisogno di avere in mano gli strumenti (cv, conoscenza del territorio, conoscenza delle proprie capacità) per potersi inserire nel mondo del lavoro. Spesso durante gli incontri mettiamo in evidenza i loro punti di forza soprattutto personali su cui appunto fare leva per poter cercare lavoro”.

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